Che cosa ci lascerà di buono questa finanziaria, oltre alla rabbia verso una classe politica che sembra essersi autopromossa al di sopra del bene e del male, neanche i suoi rappresentanti fossero stati colpiti dalla luce divina sulla cima del Monte Tabor? Di buono, praticamente nulla. Ormai è certo che questo paese vive in uno stato perenne di amministrazione controllata e che avrebbe bisogno, più che dell'aiuto di Dio, di un super amministratore delegato per tagliare drasticamente spese e sprechi ormai fuori dal controllo di noi poveri cristiani. Spese e sprechi che sembrano annidarsi nei posti più impensabili, se è vero, come ha scritto di recente Gian Antonio Stella, che i privilegi di cui gode la casta dei politici, con relative castine locali, non è più quantificabile in termini monetari.
Per salvare questo gioiellino di paese che è l'Italia dal malgoverno e dalle mani avide di una minoranza di arraffoni a questo punto servirebbe davvero un intervento divino, se non fosse per il dubbio atroce che neppure Dio sia più capace di far quadrare i conti e alla fine, assalito dalle richieste più disparate, finirebbe per dilapidare il denaro pubblico compiendo spese folli e inutili.
Secondo gli analisti più acuti, da questa situazione si salveranno solo i fornitori di "servizi alla persona", ma non so esattamente a quali categorie professionali si riferisca la definizione.
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