sabato 11 febbraio 2012

I ragazzi del '77

Quest'iniziativa editoriale, a cura di Enrico Scuro, Marzia Bisognin e Paolo Ricci, meriterebbe più di un post. Forse non basterebbe l'intero blog per rendere conto della carica di creatività, passione, nostalgia e romanticismo contenute nelle pagine di un libro che alcuni "reduci" hanno realizzato partendo dall'idea di radunare su Facebook, attorno alla miriade di fotografie scattate da Enrico Scuro, il più ampio numero possibile di protagonisti di quella stagione di passioni politiche, e non solo.
Va detto inoltre che solo per spiegare cos'è stato il movimento del '77 ci vorrebbe un intero blog e che ne servirebbe un altro per spiegare come e perché è finito. Quando frequentavo la facoltà di Lettere, all'inizio degli anni novanta del secolo scorso, trascorrevo intere giornate in biblioteca a sfogliare le pagine de Il Manifesto del biennio 1977-78 e non riuscivo a credere che, in un paese come l'Italia, solo pochi anni prima, ci fossero manifestazioni di piazza con centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze che prendevano di mira i palazzi del potere, metaforicamente e no, mettendone alla berlina gli aspetti autoritari grazie a slogan ironici e dissacranti, propagati da giornali autogestiti e radio libere che utilizzavano sperimentazioni linguistiche innovative e destrutturanti.
Il libro fotografico curato da Enrico Scuro documenta splendidamente tutto questo e anche altro: i viaggi in India e Nepal, i raduni giovanili in giro per l'Italia, l'improvvisazione teatrale utilizzata per fare controinformazione, il femminismo, le comuni e la liberazione sessuale, in una dimensione nella quale ogni singolo episodio della vita quotidiana assumeva un significato collettivo.  E poi ancora l'inevitabile epilogo ( per un paese come l'Italia ) della repressione poliziesca, con le cariche della Celere, l'assassinio di Francesco Lorusso e le autoblindo della Polizia che rompono le barricate erette in via Zamboni in mezzo al fumo dei lacrimogeni e delle molotov. Per finire con il mega convegno contro la repressione che si tenne il settembre successivo proprio a Bologna ( "la città più democratica d'Italia", secondo la definizione dell'allora sindaco Renato Zangheri ) e che vide la partecipazione di Dario Fo.
Con più di 1200 foto, corredate da migliaia di commenti, riflessioni e ricordi, I Ragazzi del ‘77 è una testimonianza viva e pulsante di quella singolare esperienza, emozionante e colma di felicità, grazie anche alla scelta degli autori di concentrare l'attenzione sugli anni nei quali il movimento riuscì ad esprimere la sua creatività contestatrice in maniera gioiosa e quasi spensierata, nonostante l'impegno politico, e di ignorare deliberatamente la triste coda di violenza ed autodistruzione che, nel crinale di svolta che traghettò l'Italia dagli anni settanta agli anni ottanta, fece a pezzi quell'universo giovanile e lo avvolse in un manto cupo e doloroso.
Da ciò, credo, deriva il fascino e la magia che si respira sfogliando le pagine di questo libro.

domenica 5 febbraio 2012

Bello cambiare

Ricapitoliamo: Mario Monti, ex Rettore della Bocconi, prima di accettare l'incarico da Presidente del Consiglio (e probabilmente in cambio di esso) ha ricevuto la nomina da senatore a vita, nomina che gli garantisce, appunto a vita, un lauto stipendio senza neppure l'obbligo di sbattersi più di tanto per guadagnarselo. 
Oltretutto, pare che il prestigioso Ateneo milanese di cui Monti è presidente dal 2005 non versi al Comune di Milano l'Ici per alcuni immobili di sua proprietà e che il contenzioso, che nel 2008 ammontava a 104.000 euro, oggi sia salito a quasi 600.000 euro.
Elsa Fornero, pasdaran della flessibilità lavorativa, oltre a essere docente universitario (un posto più che fisso, letteralmente inchiodato al pavimento), ha garantito alla figlia, anch'essa docente universitario nello stesso Ateneo nella quale insegnano il padre (Mario Deaglio, economista ed editorialista della Stampa) e la madre neoministro dalla lacrimuccia facile, un secondo impiego da ricercatrice presso una fondazione che si occupa di genetica, genomica e proteomica umana. La fondazione, che si chiama HuGeF, è un’istituzione creata e finanziata dalla Compagnia di San Paolo, lo stesso ente del quale il ministro Fornero è stato vicepresidente dal 2008 al 2010.
Michael Martone, vice ministro dall'aria sbarazzina, ammiccante e furbastra, classe 1974, nonostante la giovane età è già ordinario di Diritto del Lavoro all'Università di Teramo, è docente incaricato alla Luiss di Roma, ha creato un proprio studio legale ed è stato consulente dell'ex ministro Brunetta. Un secchione, direte voi (e dice anche lui per spiegare i suoi successi  in campo professionale). Secchione forse sì, ma anche molto raccomandato: nel 2003 viene consacrato docente da una commissione presieduta dal professore con il quale Martone si era laureato. Su otto concorrenti in gara, sei si ritirano e Martone si ritrova come unica avversaria una ricercatrice con molta più esperienza e più anzianità di servizio di lui, tanto è vero che la commissione le attribuisce il punteggio più alto e il vice-ministro si ritrova secondo in graduatoria. Il problema è che all'epoca Martone aveva presentato una sola pubblicazione, e neppure di qualità eccelsa. Eppure alla fine la scelta cadrà proprio su di lui, bruciando così la brillante candidata sua concorrente. La storia è stata pubblicata, con tanto di nomi e cognomi, su Il Fatto Quotidiano.
E per non farci mancare nulla, a quest'elenco di furbate aggiungiamo pure il segretario Carlo Malinconico, di nome e di fatto, costretto alle dimissioni perché si era fatto pagare le vacanze, "a sua insaputa", da alcuni esponenti della cricca Balducci.

Che dire? Nello squallore di queste storie non si riconosce alcuna novità rispetto ai precedenti governi, di destra e di sinistra, che ci siamo dovuti sorbire negli ultimi vent'anni. L'unica vera differenza è che questa volta i politici-codardi che non hanno avuto il coraggio di assumersi la responsabilità diretta delle misure inique che il governo Monti sta rifilando al paese fanno la passerella in tutte le trasmissioni televisive per cercare di convincerci che questi ministri hanno risollevato l'immagine e il prestigio dell'Italia in Europa e nel mondo. Ecco, questa mi sembra veramente una clamorosa presa per il culo: chi ci sta fregando per conservare inalterati i propri privilegi anche nel collasso generale del sistema vuole farci credere di stare lavorando per il nostro bene. Cioè non si accontentano più di fregarci, questa volta pretendono pure che siamo felici. E dalla Francia ci è appena giunta la notizia che Mario Monti è stato eletto Uomo Europeo dell'Anno da una rivista annuale chiamata Trombinoscope. Co.co.co.: consapevoli, cornuti e contenti, comme on dit.