martedì 27 settembre 2011

Bologna è una vecchia signora

La prima volta che sono stato a Bologna era l'inverno del 1985, avevo 15 anni e presi parte al consueto pellegrinaggio annuale dei miei amici che andavano a  visitare il Motorshow.
Ci ritornai dopo la maturità, alla fine dell'estate del 1987, per chiedere informazioni sulle facoltà universitarie. Ero assieme a un amico che aveva le idee molto più chiare di me, tanto che lui si iscrisse subito a Ingegneria, io invece oscillavo ancora tra Lettere e Scienze Politiche.
La sera andammo a vedere Francesco Guccini che suonava in una specie di mega tendone dalle parti di via Stalingrado, o almeno così pare a me. C'era un clima a metà tra la festa di paese, il comizio politico e la mangiata in osteria, con il pubblico seduto sulle sedie disposte ai piedi del palco e Guccini a sua volta seduto davanti al microfono con la chitarra in mano, che alternava i pezzi musicali ad affabulazioni torrenziali, inframezzando il tutto con robuste sorsate da un fiasco di Sangiovese che teneva amorosamente accanto ai suoi piedi.
A pensarci oggi, quella Bologna sembra lontana mille anni. Quando terminai l'università, alla metà degli anni novanta, il clima si era già notevolmennte deteriorato, in particolare nella zona universitaria e nel centro storico.
Oggi Bologna è una città in cui i rapporti umani sono difficilissimi, li definirei addirittura "pietrificati"; la politica cittadina è vistosamente in crisi, tanto che a detta di molti il miglior amministratore che ha avuto la città negli ultimi anni è stato il commissario governativo Anna Maria Cancellieri; l'ambiente universitario, al di là del caos generato dalla presenza di migliaia di giovani, non sembra più riuscire ad esprimere contenuti originali ed innovativi.
Osservavo gli studenti durante i giorni dell'occupazione e mi davano l'impressione di voler scimmiottare a tutti i costi i comportamenti degli adulti, senza sforzarsi minimamente di sviluppare una propria cultura autonoma e di guardare il mondo con spirito critico. Voglio dire che, a parte le quantità torrenziali di lingerie femminile che si vedono per via Zamboni e dintorni, la popolazione studentesca sembra avere smarrito la capacità di esprimere qualcosa di interessante per il mondo degli adulti, il cui monotono e ripetitivo edonismo, invece, sembra essersi affermato anche tra i più giovani, e questo riempie il cuore di tristezza.

lunedì 19 settembre 2011

I nipoti di Quisling e il Fondo Pensionistico Norvegese \4

Nelle ultime volontà di Alfred Nobel, morto nel 1895, si legge che "il Premio Nobel per la Pace dovrà essere assegnato alla persona che ha fatto il massimo e miglior lavoro per la fratellanza tra le nazioni, per l'abolizione o la riduzione degli armamenti esistenti e per l'organizzazione e la promozione di iniziative in favore della pace."
Non è chiaro cosa abbiano a che fare i sacri principi di Alfred Nobel con le quote di partecipazione delle aziende militari che hanno gonfiato per quasi vent'anni il portafoglio del Fondo Pensionistico Norvegese, facendone il secondo fondo sovrano al mondo dopo quello degli sceicchi di Abu Dhabi. Dal 2005 al 2010, infatti, il governo si è disfatto di tutte le quote azionarie imbarazzanti, forse nel tentativo disperato di minimizzare l'impatto delle class action e di far cassa in vista delle cause di risarcimento che potrebbero piovere sulla testa del governo norvegese, non appena verrà sollevato il velo sulle complicità delle stesse aziende nei conflitti e nei genocidi che, negli anni novanta, hanno devastato in tutto il mondo, Europa compresa, l'esistenza di popolazioni inermi.
Per ironia della sorte, nella storia ultracentenaria del premio Nobel per la Pace sono finiti tra i candidati anche Adolf Hitler, Benito Mussolini e Joseph Stalin, anche se il primo fu proposto come una provocatoria reazione alla candidatura di Neville Chamberlaine, allora artefice della politica di appeasement verso Hitler.
Resta il fatto che se la Birmania, negli anni passati, è stata in grado di contribuire allo svuotamento degli arsenali del blocco di Varsavia comprando in blocco armamenti obsoleti per mezzo di valuta pregiata, consentendo agli stessi paesi di rifornirsi di tecnologia militare all'avanguardia, una parte consistente di questo merito va agli amministratori del Fondo norvegese, che hanno potuto agire incontrollati in un periodo nel quale il paese scandinavo, come per gran parte della sua storia, era governato dal Partito Socialdemocratico.
Dimenticavo di aggiungere che il Fondo possiede anche rilevanti quote di partecipazione nelle principali aziende petrolifere ed energetiche della Thailandia, ma quella dello sviluppo dell'economia turistica nel Sud-est asiatico, che sembra essere l'obiettivo principale della costruzione dei due gasdotti Yadana e Yetagun, è una storia che andrà raccontata a parte e in dettaglio più avanti. ( fine )

venerdì 16 settembre 2011

I nipoti di Quisling e il Fondo Pensionistico Norvegese \3

Il Consiglio sull'Etica, dopo avere sconsigliato al governo di disfarsi delle quote di partecipazione nelle società petrolifere, ha stilato un elenco di aziende dalle quali il Fondo, sempre per motivi etici, dovrebbe ritirarsi.
E qui sono iniziate le sorprese, perché nell'elenco, che comprende oltre 40 aziende, compaiono i colossi mondiali della produzione e della fornitura di armi: la Locheed Martin, ad esempio, una delle principali ditte appaltatrici a livello mondiale di commesse militari. Nata nel marzo 1995 dalla fusione tra Locheed Corporation e Martin Marietta, Locheed Martin deve oltre il 70% del fatturato alla produzione di tecnologia per armamenti, tra cui le bombe a grappolo, divenute tristemente famose per i loro effetti sulla popolazione civile e messe al bando da un trattato siglato proprio in Norvegia il 3 dicembre 2008 e conosciuto come Convenzione di Oslo.
E poi ancora, fino al 2005 il Fondo possedeva quote di Honeywell, nel cui impianto di Kansas City vengono prodotti i componenti per assemblare le bombe atomiche dell'arsenale degli Stati Uniti. Della Boeing, incaricata della manutenzione dei missili balistici a lungo raggio del governo americano. Della L-3 Communications, nata nel 1997 dalla dismissione da parte della Locheed di alcune unità che non erano previste all'interno del nuovo colosso nato dalla fusione con Martin Marietta, specializzata anch'essa nella produzione di bombe a grappolo.
Nell'elenco compare anche la nostra Finmeccanica, che produce missili nucleari per l'aviazione francese e la SAFRAN, azienda d'oltralpe che fornisce missili nucleari alla marina francese.
Ma nella lista compaiono anche l'Africa Israel Investments, una holding internazionale specializzata in costruzioni accusata di aver violato la Convenzione di Ginevra costruendo nei territori occupati dai palestinesi; la Vedanta Resources, accusata di disastro ambientale e di violazione dei diritti umani nell'India Orientale e Wall-Mart, una catena di distribuzione americana spesso messa all'indice pubblicamente per l'atteggiamento anti-sindacale dei suoi dirigenti.
L'intera lista è pubblicata sulla pagina in inglese di Wikipedia dedicata al Fondo Pensionistico Norvegese, purtroppo non ancora tradotta in italiano. ( continua )

giovedì 15 settembre 2011

I nipoti di Quisling e il Fondo Pensionistico Norvegese \2

Nel 2004 il Ministro delle Finanze norvegese, titolare del Fondo, ha istituito un Consiglio sull' Etica, un organo indipendente incaricato di valutare se gli investimenti fatti dal Fondo fossero in linea con le linee guida adottate dal governo in fatto di etica.
Il Consiglio ha riconosciuto che la giunta militare della Birmania ha violato le norme più elementari in fatto di diritti umani, arrivando a sopprimere con la violenza ogni opposizione al regime. In particolare, il Consiglio ha ammesso che la realizzazione delle infrastrutture sul territorio birmano, completate in anni recenti, abbia comportato l'uso di atrocità quali la tortura, gli stupri, l'omicidio e le deportazioni forzate di masse di lavoratori che non hanno avuto alcuna possibilità di far valere i loro diritti.
In aggiunta, il Consiglio sull'Etica ha citato l'esito di una causa giudiziaria divenuta celebre negli Stati Uniti,"Doe v. Unocal", intentata da una giovane donna il cui figlio neonato è morto in seguito alle ustioni riportate dopo essere caduto nel fuoco, durante l'irruzione nella sua casa da parte di alcuni militari birmani che stavano rastrellando il villaggio.
Il tribunale ha dato ragione alla madre e ha condannato l'allora Unocal, oggi Chevron, a risarcirla per il danno subito. Il Consiglio sull'Etica, citando questa causa, ha riconosciuto anche la responsabilità della Total negli abusi compiuti durante la costruzione del gasdotto. Ciò nonostante, il Consiglio si è pronunciato a sfavore dell'esclusione della Total dagli investimenti del Fondo Pensionistico, con la motivazione, discutibile, che gli abusi che si sono verificati in passato difficilmente possono ripetersi oggi.
In verità le violazioni dei diritti umani in Birmania sono proseguite anche in seguito all'ultimazione dei gasdotti, per le necessità connesse alle esigenze di manutenzione della rete distributiva: il lavoro forzato, la confisca delle terre, le torture continuano tutt'ora, tanto che alcune persone che hanno lavorato per la Total riportano che gli autocarri della compagnia vengono usati normalmente per trasportare truppe e materiale dell'esercito.
L'associazione Earthrights International, che ha assistito la madre birmana nella causa intentata alla Chevron, ha pubblicato un report sull'intera vicenda dal titolo "Broken Ethics", scaricabile dal sito dell'associazione. ( continua )

martedì 13 settembre 2011

I nipoti di Quisling e il fondo pensionistico norvegese /1

Questa, come direbbe Carlo Lucarelli, è una brutta storia, di quelle che fanno vergognare e che mettono anche un po' paura.
Il Fondo Pensionistico Norvegese venne creato nel 1990 per reinvestire sul mercato mondiale i proventi dell'estrazione di petrolio e gas dai giacimenti del Mare del Nord. Il Fondo venne messo sotto la direzione della Banca Centrale Norvegese e del Ministero delle Finanze.
Nello stesso periodo, in Birmania, la Total e la Chevron davano inizio ai lavori di costruzione dei gasdotti Yadana e Yetagun, destinati a convogliare verso la Thailandia il gas estratto dal Mar delle Andamane. A tutt'oggi, il Fondo Pensionistico Norvegese ha investito in quest'iniziativa circa 3,7 miliardi di dollari.
In Birmania vige una dittatura militare nota in tutto il mondo per la sua brutalità, tanto da essere stata riconosciuta colpevole delle seguenti violazioni dei diritti umani:
- uso dello stupro come arma di guerra contro le donne e i bambini di etnie diverse dal gruppo nazionale birmano che detiene il potere
- utilizzo diffuso del lavoro forzato per la costruzione di infrastrutture
- persecuzione di oltre 1350 prigionieri politici, molti dei quali vengono abitualmente torturati
- l'aver costretto tra 600 mila ed 1 milione di persone ad abbandonare le loro terre e a fuggire all'estero, principalmente in Thailandia
- investimento di circa la metà del bilancio statale in spese militari, mentre solo tra il 2 e il 4% viene speso in sanità, con la conseguenza che il il 10% dei bambini muore prima del compimento dei 5 anni

La costruzione dei gasdotti Yadana e Yetagun non ha fatto eccezione a questo funesto record. Nel 1991, l'intera regione che doveva essere attraversata dai gasdotti venne militarizzata con l'invio sul posto di 16 battaglioni dell'esercito. Migliaia di famiglie di contadini che vivevano nella zona vennero sfollate, villaggi interi furono evacuati con la forza per consentire ai tecnici delle compagnie petrolifere di tracciare il percorso delle infrastrutture.
Le violazioni di diritti umani contro la popolazione locale sono testimoniate sia dalle vittime che da testimoni e disertori dell'esercito birmano: stupri, torture ed esecuzioni di civili sono stati i mezzi con cui i militari, per portare avanti il progetto, hanno coscritto bambini, anziani ed infermi, impiegandoli a migliaia nei lavori di scavo, nella costruzione di strade di servizio e di eliporti, ma anche di caserme e di accampamenti destinati ai militari e agli uomini delle compagnie. I civili dovevano lavorare tutto il giorno sotto la minaccia di punizioni corporali e maltrattamenti, e a fine giornata erano costretti a trovarsi da soli il cibo, l'acqua e un giaciglio dove dormire.
I gasdotti sono stati terminati nel 1998 e da allora hanno fruttato al governo birmano una media di 400 milioni di dollari l'anno. L'esportazione di gas verso la vicina Thailandia, infatti, è divenuta la voce principale dell'export della Birmania, tanto che si può tranquillamente affermare che, oggi, la dittatura militare si regge sui ricavi della vendita del gas del Mar delle Andamane. ( continua )

giovedì 8 settembre 2011

Le cure della casta

Incredibile ma vero: i rappresentanti della casta non vanno a farsi curare negli ospedali pubblici come noi comuni mortali, ma hanno a disposizione un'assistenza sanitaria integrativa finanziata da Montecitorio.
Secondo i dati resi noti dai radicali, la Camera assicura un rimborso sanitario privato non solo ai 630 onorevoli, ma anche a 1109 loro familiari, compresi (per volontà dell'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini) i conviventi more uxorio.
Ebbene, nel 2010, deputati e parenti vari hanno speso complessivamente 10 milioni e 117mila euro.
Tre milioni e 92mila euro per spese odontoiatriche. Oltre tre milioni per ricoveri e interventi (eseguiti dunque non in ospedali o strutture convenzionati dove non si paga, ma in cliniche private). Quasi un milione di euro (976mila euro, per la precisione), per fisioterapia. Per visite varie, 698mila euro. Quattrocentottantotto mila euro per occhiali e 257mila per far fronte, con la psicoterapia, ai problemi psicologici e psichiatrici di deputati e dei loro familari.
Per curare i problemi delle vene varicose (voce "sclerosante"), 28mila e 138 euro. Visite omeopatiche 3mila e 636 euro. I deputati si sono anche fatti curare in strutture del servizio sanitario nazionale, e dunque hanno chiesto il rimborso all'assistenza integrativa del Parlamento per 153mila euro di ticket.
Ma non tutti i numeri sull'assistenza sanitaria privata dei deputati, tuttavia, sono stati desegretati. "Abbiamo chiesto - dice la deputata Rita Bernardini - quanti e quali importi sono stati spesi nell'ultimo triennio per alcune prestazioni previste dal 'fondo di solidarietà sanitaria come ad esempio balneoterapia, shiatsuterapia, massaggio sportivo ed elettroscultura (ginnastica passiva). Volevamo sapere anche l'importo degli interventi per chirurgia plastica, ma questi conti i Questori della Camera non ce li hanno voluti dare".
E non finisce qui: sull'Espresso di qualche settimana fa c'era un articoletto che spiega come, di recente, il Parlamento ha votato all'UNANIMITA' e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa € 1.135,00 al mese. Inoltre la mozione è stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.

RIASSUMENDO:
STIPENDIO Euro  19.150,00 AL MESE
STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese
PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese
INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00) 

TUTTI ESENTASSE
+
TELEFONO CELLULARE gratis
TESSERA DEL CINEMA gratis
TESSERA TEATRO gratis
TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis
FRANCOBOLLI gratis
VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis
CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis
PISCINE E PALESTRE gratis
FS gratis
AEREO DI STATO gratis
AMBASCIATE gratis
CLINICHE gratis
ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis
ASSICURAZIONE MORTE gratis
AUTO BLU CON AUTISTA gratis
RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00).
Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi (41 anni per il pubbico impiego)
Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio)
La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO.
La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO !!