Nel 2004 il Ministro delle Finanze norvegese, titolare del Fondo, ha istituito un Consiglio sull' Etica, un organo indipendente incaricato di valutare se gli investimenti fatti dal Fondo fossero in linea con le linee guida adottate dal governo in fatto di etica.
Il Consiglio ha riconosciuto che la giunta militare della Birmania ha violato le norme più elementari in fatto di diritti umani, arrivando a sopprimere con la violenza ogni opposizione al regime. In particolare, il Consiglio ha ammesso che la realizzazione delle infrastrutture sul territorio birmano, completate in anni recenti, abbia comportato l'uso di atrocità quali la tortura, gli stupri, l'omicidio e le deportazioni forzate di masse di lavoratori che non hanno avuto alcuna possibilità di far valere i loro diritti.
In aggiunta, il Consiglio sull'Etica ha citato l'esito di una causa giudiziaria divenuta celebre negli Stati Uniti,"Doe v. Unocal", intentata da una giovane donna il cui figlio neonato è morto in seguito alle ustioni riportate dopo essere caduto nel fuoco, durante l'irruzione nella sua casa da parte di alcuni militari birmani che stavano rastrellando il villaggio.
Il tribunale ha dato ragione alla madre e ha condannato l'allora Unocal, oggi Chevron, a risarcirla per il danno subito. Il Consiglio sull'Etica, citando questa causa, ha riconosciuto anche la responsabilità della Total negli abusi compiuti durante la costruzione del gasdotto. Ciò nonostante, il Consiglio si è pronunciato a sfavore dell'esclusione della Total dagli investimenti del Fondo Pensionistico, con la motivazione, discutibile, che gli abusi che si sono verificati in passato difficilmente possono ripetersi oggi.
In verità le violazioni dei diritti umani in Birmania sono proseguite anche in seguito all'ultimazione dei gasdotti, per le necessità connesse alle esigenze di manutenzione della rete distributiva: il lavoro forzato, la confisca delle terre, le torture continuano tutt'ora, tanto che alcune persone che hanno lavorato per la Total riportano che gli autocarri della compagnia vengono usati normalmente per trasportare truppe e materiale dell'esercito.
L'associazione Earthrights International, che ha assistito la madre birmana nella causa intentata alla Chevron, ha pubblicato un report sull'intera vicenda dal titolo "Broken Ethics", scaricabile dal sito dell'associazione. ( continua )
Il Consiglio ha riconosciuto che la giunta militare della Birmania ha violato le norme più elementari in fatto di diritti umani, arrivando a sopprimere con la violenza ogni opposizione al regime. In particolare, il Consiglio ha ammesso che la realizzazione delle infrastrutture sul territorio birmano, completate in anni recenti, abbia comportato l'uso di atrocità quali la tortura, gli stupri, l'omicidio e le deportazioni forzate di masse di lavoratori che non hanno avuto alcuna possibilità di far valere i loro diritti.
In aggiunta, il Consiglio sull'Etica ha citato l'esito di una causa giudiziaria divenuta celebre negli Stati Uniti,"Doe v. Unocal", intentata da una giovane donna il cui figlio neonato è morto in seguito alle ustioni riportate dopo essere caduto nel fuoco, durante l'irruzione nella sua casa da parte di alcuni militari birmani che stavano rastrellando il villaggio.
Il tribunale ha dato ragione alla madre e ha condannato l'allora Unocal, oggi Chevron, a risarcirla per il danno subito. Il Consiglio sull'Etica, citando questa causa, ha riconosciuto anche la responsabilità della Total negli abusi compiuti durante la costruzione del gasdotto. Ciò nonostante, il Consiglio si è pronunciato a sfavore dell'esclusione della Total dagli investimenti del Fondo Pensionistico, con la motivazione, discutibile, che gli abusi che si sono verificati in passato difficilmente possono ripetersi oggi.
In verità le violazioni dei diritti umani in Birmania sono proseguite anche in seguito all'ultimazione dei gasdotti, per le necessità connesse alle esigenze di manutenzione della rete distributiva: il lavoro forzato, la confisca delle terre, le torture continuano tutt'ora, tanto che alcune persone che hanno lavorato per la Total riportano che gli autocarri della compagnia vengono usati normalmente per trasportare truppe e materiale dell'esercito.
L'associazione Earthrights International, che ha assistito la madre birmana nella causa intentata alla Chevron, ha pubblicato un report sull'intera vicenda dal titolo "Broken Ethics", scaricabile dal sito dell'associazione. ( continua )
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