giovedì 27 ottobre 2011

La condizione umana

In partenza per la Bosnia, con destinazione Srebrenica, non riesco a resistere alla tentazione di dare un'ultima occhiata al sito della Norges Bank Investment Management, alla pagina che contiene i report annuali delle partecipazioni azionarie e obbligazionarie del fondo norvegese in tutti i paesi del mondo, e non riesco a non rimanere stupito di fronte alla cascata compatta e greve di cifre, sigle e nomi che scorrono per oltre quaranta pagine estendosi, come i tentacoli di una gigantesca piovra, sulla superficie dell'intero pianeta terrestre.
Solo per l'Italia compaiono più di 120 aziende delle quali il fondo detiene una quota di partecipazione, per non parlare poi dell'elenco delle obbligazioni, contenute in un altro file di dimensioni più ridotte ma dal contenuto molto corposo. Per chi volesse prendersi la briga di curiosare tra le righe di questi documenti, visto che le cifre sono in Corona Norvegese, è disponibile online un comodo convertitore  Corona - Euro.
Per conto mio posso solo dire che questi report sono meglio di mille saggi di storia e di sociologia messi assieme: offrono una visione d'insieme di cosa è divenuto il nostro paese, e il mondo, negli ultimi vent'anni. Sconsolante.
Non vedo l'ora di partire.

giovedì 20 ottobre 2011

I vespri di McBain

Quest'avventura dell'87° distretto, datata 1990, è decisamente atipica nella serie di romanzi scritti da McBain. Atipica perché questa volta, il morto ammazzato, è un prete: padre Michael, animatore della vita di una parrocchia situata in mezzo ai grattacieli, allo smog e al traffico della città di Isola, luogo immaginario che da sempre fa da cornice alle indagini del detective Steve Carella.
Padre Michael, la domenica mattina, dal pulpito della sua chiesa, lancia sermoni infuocati contro i fedeli che non contribuiscono adeguatamente alle spese della parrocchia, provocando risentimenti e suscitando inimicizie, tanto che uno dei parrocchiani lo accusa di avere riportato i mercanti nel tempio, dopo che Gesù li aveva scacciati.
Bersaglio degli strali del sacerdote è anche la Chiesa del Non Nato, una setta che si riunisce a pochi isolati di distanza dalla parrocchia di padre Michael e che celebra il culto di Satana abbandonandosi a riti orgiastici di gruppo, durante i quali gli adepti esprimono scherno e disprezzo verso Gesù Cristo "il Dimenticato, pretendente al trono di Satana e monarca di schiavi, colui che confonde i servi che arrancano verso la perdizione".
Il giorno di Pasqua un ragazzo nero, sanguinante, entra correndo nella chiesa inseguito da altri cinque o sei ragazzi, tutti del quartiere, che impugnano mazze da baseball e lo rincorrono fino ai piedi dell'altare, intenzionati a dargli una lezione. Padre Michael gli si para davanti, li affronta e gli intima di uscire: li caccia fuori dalla chiesa urlando di non farsi più vedere fino a quando non impareranno a comportarsi degnamente nella casa di Dio.
Il sacerdote troverà la morte durante le preghiere della sera, i Vespri, quando le ombre si allungano nel piccolo giardino sul retro della parrocchia e i problemi si fanno sempre più assillanti e gravosi, tanto che neppure la preghiera sembra essere in grado di alleviarne il peso. E' il 24 maggio, giorno dell'Ascensione al cielo di Gesù Cristo, che secondo la tradizione cristiana avviene 40 giorni dopo la sua resurrezione.

martedì 11 ottobre 2011

La pax norvegese \4

Tra i personaggi che hanno svolto un ruolo preminente nel plasmare la politica norvegese nel dopoguerra spicca Kare Kristiansen, un figlio di puttana crudele e bastardo, il cui sguardo gelido e tagliente, unito all'aspetto ieratico, sembra fatto apposta per ricordare all'umanità l'onnipresenza e l'ineluttabilità del Male. Figlio di un pastore luterano, militante nell'Esercito della Salvezza, nasce a Bergen e inizia la sua carriera professionale come telegrafista nelle Ferrovie dello Stato nell'anno di grazia 1940, quando i tedeschi invadono il paese e insediano proprio a Bergen uno dei comandi distrettuali delle SS.
Negli anni dell'occupazione Kare non si segnala né per atti di sabotaggio né per gesti clamorosi di dissenso civile: da fervente cristiano, è probabile che approvasse il conservatorismo dei nazisti sui valori fondamentali della società, in particolare sul ruolo della donna, senza per questo condividerne l'ideologia.
Gli invasori si dimostrano subito molto soddisfatti del sistema ferroviario norvegese, tanto che gli ingegneri della Todt lo amplieranno costruendo la Nordland Line, ancora adesso l'unica linea ferroviaria norvegese che oltrepassa il Circolo Polare Artico, lunga 729 km, e la Sorland Line, di 545 km, che congiunge Oslo con Stavanger.
I tedeschi sono entusiasti della terra scandinava: ritengono che, in caso di sconfitta sul continente, potranno trasformarla nella loro roccaforte difensiva. Per questo, oltre ad un'imponente sistema di fortificazioni lungo la costa, progettano di edificare un'intera città portuale chiamata Nordstern, la Stella del Nord, una metropoli costiera che, nelle intenzioni degli occupanti, avrebbe dovuto ospitare 250.000 - 300.000 persone. Il progetto venne affidato all'architetto prediletto da Hitler, Albert Speer, ma fu presto abbandonato in seguito ai rovesci nella guerra marittima.
Finita la guerra, il giovane Kare inizia la sua carriera politica entrando nel Christian People's Party, la Democrazia Cristiana norvegese, e facendosi eleggere nel consiglio comunale della città in cui risiede, Nesodden. Cristiano conservatore, legato ai valori più tradizionali della società, si schiera da subito con l'ala più conservatrice del partito, facendo una scelta di campo che manterrà inalterata tutta la vita.
Il suo nemico principale è il movimento di secolarizzazione della società, con la conseguente disgregazione dei valori tradizionali, di cui l'emancipazione della donna diviene il motore propulsivo. Si dice contrario all'aborto in ogni caso e in ogni evenienza, persino quando la gravidanza è causata da uno stupro, anche nel corso di una guerra. E' una posizione, questa, che i fondamentalisti ribadiranno persino negli anni novanta, mentre infuria la guerra nei Balcani e le donne bosniache stuprate vengono tenute rinchiuse dai militari serbi per impedir loro di abortire.
Negli anni sessanta Kare Kristiansen fa carriera all'interno dell'azienda ferroviaria nella quale lavora, divenendo prima ispettore e poi dirigente. Nel 1969 viene eletto allo Storting, il parlamento norvegese, occupandosi soprattutto di politica estera; scala le posizioni di vertice all'interno del partito, tanto che nel biennio 1975-77 ne diverrà presidente, una carica che ricoprirà anche dal 1979 al 1983.
Infine, il grande successo: dal 1983 al 1986 diventa Ministro del Petrolio e dell'Energia, il ministero di gran lunga più importante del paese dopo la scoperta dei giacimenti nel Mare del Nord.
Per l'Occidente sono gli anni della grande svolta, del boom economico che causa il tramonto degli ideali politici e dei sogni di trasformazione sociale dei decenni precedenti. La Norvegia contribuisce abbondantemente alla crescita dell'economia occidentale soppiantando con le sue forniture di petrolio i paesi dell'Opec che avevano tenuto in scacco l'Occidente per tutti gli anni settanta.
Nel 1989 Kristiansen si ritira dalla politica nazionale in segno di protesta contro gli orientamenti prevalenti nel suo partito, che tendono sempre più a sinistra, tanto che nel decennio successivo un esponente del suo partito sarà a capo di un governo di coalizione assieme al Partito Socialdemocratico. Rimane attivo nella municipalità di Nesodden, dove ha cominciato la sua carriera politica, e farà parte del Comitato Norvegese che ogni anno assegna il Premio Nobel per la Pace.
Prima di eclissarsi definitivamente diverrà famoso per un ultimo colpo di teatro che gli conferirà fama e notorietà a livello mondiale: nel 1994 si dimette dal Comitato per il Nobel in segno di protesta contro la decisione di assegnare il Premio per la Pace ad una triade composta da Yitzhak Rabin, Shimon Peres e Yasser Arafat, che lui considera meramente un terrorista arabo indegno di ricevere anche solo una porzione del premio. Da notare che nei giorni precedenti, Rabin e Peres si erano espressi a favore dell'assegnazione del Nobel ad Arafat.
Kare Kristiansen si opporrà anche al ritiro unilaterale di Israele dalla Striscia di Gaza, fino al punto da rifiutare l'invito a presenziare ad una conferenza nella quale sarebbero intervenuti un politico israeliano moderato e il capo rabbino di Norvegia, Michael Melchior ( da notare che la Norvegia è stato il primo paese in Occidente a riconoscere Hamas ). ( fine )

venerdì 7 ottobre 2011

La pax norvegese \3

Una delle conseguenze più tragiche della connivenza della società norvegese con le truppe di occupazione nazista è stato il destino riservato ai bambini nati da relazioni tra i soldati tedeschi e le donne del paese nordico.
Tra la popolazione scandinava e l'esercito del Reich, infatti, si creò subito un certo "feeling" dovuto, più che alla fede nell'ideologia, alle forti attinenze somatiche e culturali esistenti tra i due popoli. Per i nazisti, gli scandinavi rappresentavano l'ideale puro della razza ariana e già dal 1935 Heinrich Himmler aveva pensato di arianizzare il popolo tedesco attraverso unioni dei propri rappresentanti maschili con esemplari perfetti di purezza razziale, anche importandoli da paesi stranieri come la Norvegia.
Cosi, i comandanti dell'esercito di occupazione incoraggiavano fortemente i loro sottoposti ad avere rapporti sessuali con le donne del luogo e la simpatia che queste provavano per gli occupanti era tanto forte che, poco mesi dopo l'occupazione della Norvegia, erano già più di ottomila le ragazze rimaste incinta a causa di relazioni con ufficiali o soldati della Wermacht.
A questo punto, i gerarchi nazisti ebbero l'idea di promuovere la procreazione su vasta scala di bambini razzialmente puri, con lo scopo di creare una sorta di aristocrazia eletta che rispondesse ai canoni più elevati dell'ideale ariano: tra il 1940 e il 1945 ogni donna norvegese incinta, in grado di provare le origini 'ariane' del proprio bambino, aveva diritto a sostegno finanziario e a un trattamento privilegiato. Si stima che i bambini nati da relazioni più o meno legittime tra donne norvegesi e soldati nazisti fossero tra i 10 e i 12 mila, almeno la metà dei quali ospitati nelle istituzioni citate con il termine 'Lebesborn', una sorta di asili nei quali ricevevano un'alimentazione particolare e venivano educati alla mentalità nazista.
Ma dopo la fine della guerra, il senso di colpa della popolazione norvegese per avere collaborato con i nazisti sfociò nella ricerca di un capro espiatorio sul quale scaricare tutte le responsabilità e la scelta cadde, con triste ovvietà, sui soggetti socialmente più deboli: le "puttane del crucco" vennero considerate traditrici della Patria, arrestate e chiuse in campi di concentramento; nella sola Oslo questa sorte toccò a oltre mille donne. I bambini vennero strappati alle madri e chiusi in orfanatrofi, oppure dati in adozione senza che potessero mai sapere la verità sulla loro nascita. Altri, picchiati e maltrattati, furono internati in istituti psichiatrici dove, oltre a subire violenze ed abusi sessuali, vennero persino adoperati come cavie di esperimenti per testare gli effetti di sostanze allucinogene e stupefacenti quali LSD  e mescalina, per poi venire bollati, per un'atroce beffa finale, come "ritardati mentali".
Nel 1945 il governo norvegese, forte del consenso tra l'opinione pubblica, emanò una legge retroattiva che sanciva che ogni donna "sposatasi nei cinque anni precedenti con un nemico tedesco, perderà immediatamente la cittadinanza".
Per dare un'idea del clima che si era creato in quei giorni, uno dei più diffusi giornali norvegesi scriveva: " tutti questi bambini tedeschi cresceranno e costituiranno una larga minoranza bastarda all'interno del nostro popolo... essi sono incapaci di diventare norvegesi: i loro padri sono tedeschi, le loro madri sono tedesche per mentalità e per comportamento".
Un noto psichiatria, Ornuf Odegard, affermò che "queste donne sono con ogni probabilità mentalmente ritardate" e "in ragione della teoria dell'ereditarietà anche buona parte dei loro figli lo sarebbe stata."
Il governo pensò di liberarsene tramite un piano di deportazione di massa in Svezia e, soprattutto, in Australia dove, secondo i piani governativi, dovevano essere deportati almeno novemila bambini.
Per fortuna, dopo alcuni anni, il clima iniziò a raffreddarsi e a ogni donna a cui era stata tolta la cittadinanza per decreto venne consentito il rientro in patria, ma a una condizione: quella di firmare una dichiarazione nella quale si accettava che "l'opinione pubblica è contro di lei, che ci sarebbero state difficoltà e situazioni spiacevoli per lei e i suoi figli, che all'occorrenza avrebbe potuto essere internata e che si trattava di un soggiorno temporaneo."
Il caso più famoso tra i figli del progetto Lebensborn è quello di Frida, la cantante del gruppo svedese degli Abba, che fu costretta a emigrare in Svezia assieme alla madre e alla nonna per sfuggire alle persecuzioni e che riuscì a rintracciare il padre tedesco solo da adulta, negli anni settanta. E' superfluo aggiungere che Frida non è mai tornata a vivere in Norvegia, preferendo stabilirsi in Svizzera. ( continua )

nella foto Frida, cantante degli Abba

martedì 4 ottobre 2011

La pax norvegese \2

Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, l'industria pesante tedesca, in particolare quella dell'acciaio, dipende fortemente dalle importazioni di minerale ferroso estratto dalle miniere nel nord della Svezia. Durante l'inverno, il Mar Baltico ghiaccia e i collegamenti via nave si interrompono, pertanto gli industriali svedesi decidono di costruire una linea ferroviaria che, attraversando le montagne della Svezia, giunge fino a Narvik, un porto situato sulla costa settentrionale della Norvegia. Il porto di Narvik rimane aperto tutto l'anno, anche se si trova oltre il Circolo Polare Artico, perché è lambito dalla Corrente del Golfo che mantiene sempre elevata la temperatura dell'acqua, impedendo che ghiacci. Qui le navi mercantili norvegesi caricano il minerale e lo trasportano verso sud, fino alla Germania.
Per proteggere il cammino dei bastimenti e garantire il flusso continuo degli approvigionamenti, Hitler decide di invadere la Norvegia e il 3 aprile 1940, le navi della Marina del Reich si presentano davanti alla città di Oslo. La loro avanzata è ritardata dalla temporanea resistenza di una guarnigione militare insediata nella fortezza di Akershus, resistenza che dura il tempo strettamente necessario a consentire la fuga della famiglia reale e del governo in carica, evitando la capitolazione alle condizioni di resa poste dai tedeschi, ma lasciando intatti nelle mani del nemico porti, aeroporti, arsenali militari e stazioni radio.
La maggioranza della popolazione non sembra per nulla intenzionata a contrastare l'avanzata delle truppe del Reich e Vidkun Quisling può insediarsi al vertice di un governo filo-nazista, coronando le sue ambizioni. Il partito da lui fondato, il Nasjonal Samslin, gode dell'appoggio dei contadini benestanti del sud e dell'est del paese, degli industriali in affari con la Germania, tra cui ovviamente gli armatori, e di un certo numero di cittadini provenienti dalle famiglie più antiche del paese, che costituiscono una sorta di elite morale della Norvegia: ufficiali di carriera, educatori, funzionari, teologi, scrittori e piccoli coloni.
Quisling però non riscuote l'entusiasmo della popolazione, così Hitler lo sostituisce con il ReichsKommissar Josef Terboven, che reggerà le sorti del paese fino al maggio 1942 continuando lo sviluppo delle infrastrutture ferroviarie già programmato e dando il via alla partnership fra la più importante azienda norvegese di allora e di oggi, la NorskHydro, con l'industria chimica tedesca IG Farben, divenuta celebre per aver impiantato uno stabilimento a fianco del campo di Auschwitz, dove sfruttava la manodopera degli internati. La collaborazione serve a costruire nuovi impianti per la fabbricazione dell'alluminio, indispensabile per sostenere lo sforzo bellico dell'industria aerospaziale tedesca.
Nel frattempo Terboven avvia la persecuzione antiebraica che porterà alla distruzione della piccola comunità norvegese: nel maggio del 1940 gli ebrei vengono costretti a consegnare gli apparecchi radio alle autorità tedesche, dopodiché per quasi due anni sono fatti oggetto di atti di vandalismo, intimidazioni e altri divieti, quale quello di suonare le musiche tradizionali. Il 7 ottobre del 1942 il comandante delle SS in Norvegia ordina al capo della polizia di arrestare tutti gli ebrei maschi del paese. Quisling, ritornato al potere nel maggio del 1942, emana un provvedimento che stabilisce la confisca delle proprietà ebraiche, il sequestro dei conti bancari, dei gioielli e degli oggetti di valori. Gli ebrei vengono imbarcati sulla nave Donau, evacuati verso Stettino e, da qui, condotti ad Auschwitz via treno. ( continua )

nella foto la Croce Solare, simbolo dell'ala militare del Nasjonal Samling

sabato 1 ottobre 2011

La pax norvegese \1


E' evidente che la retorica del Premio Nobel per la Pace è solo una stucchevole facciata per nascondere una politica aggressiva e rapace, che non si vergogna di passare sopra ai diritti umani di popolazioni inermi pur di trarre profitto dalla libertà di investire in giro per il mondo.
Negli anni novanta del secolo scorso, i governi di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Italia hanno spalancato le porte dei loro impianti strategici per la difesa all'ingresso dei capitali norvegesi. Perché ciò sia avvenuto è tutt'altro che agevole da capire: infatti, è evidente che non basta possedere pacchi di soldi per poter acquisire partecipazioni azionarie di aziende che fabbricano bombe atomiche, o sono incaricate dai rispettivi governi di eseguire la manutenzione dei missili a testata nucleare oppure, ancora, producono le famigerate bombe a grappolo, vietate dalla Convenzione di Oslo. La fiducia accordata dalle maggiori potenze occidentali agli emissari del Fondo Norvegese affonda le sue radici nella comunanza politica e religiosa tra gli ambienti più conservatori, e più estremisti, di entrambe le parti. Mi riferisco, in particolare, alla tradizione religiosa luterana di matrice norvegese, che negli Stati Uniti, in molti casi, ha mantenuto vivi i legami con la madre patria, dissociandosi dalla scelta fatta dagli immigrati luterani di origine tedesca ed olandese di creare una chiesa "nuova", completamente americana e perciò libera dalle influenze del vecchio continente.
Accettando di foraggiare con i proventi del petrolio del Mare del Nord le massicce ristrutturazioni delle aziende di armamenti, che hanno avuto come effetto quello di tagliare tutti quei settori non direttamente coinvolti nella produzione bellica e quindi inefficienti sul piano del profitto, il governo norvegese ha ottenuto come ricompensa, alla fine della seconda guerra in Irak, l'assegnazione degli appalti ventennali su uno dei maggiori giacimenti petroliferi nel Sud dell'Iraq: una riserva di 13 miliardi di barili di petrolio che toglierà definitivamente ai norvegesi l'angoscia per il precoce esaurimento delle riserve del Mare del Nord, e garantirà al Fondo Pensionistico una rendita di posizione enorme, grazie alla quale la Norges Bank ( la Banca Centrale di Norvegia ) potrà inondare l'economia mondiale di capitali freschi.
Il patto con il Diavolo, quindi, ha pagato: l'estrema destra americana ha voluto ricompensare lautamente il governo scandinavo per lo sforzo fatto da questi nel finanziare la riorganizzazione del settore degli armamenti, indispensabile per sostenere l'impegno bellico seguito agli attentati dell'11 settembre, concedendo alla Statoil, l'azienda pubblica norvegese che si occupa dell'estrazione del petrolio nel mare del Nord, la possibilità di trivellare l'enorme giacimento irakeno, possibilità che gli eredi di Alfred Nobel, con tutte le loro  buone intenzioni e la loro buona volontà, non erano riusciti neppure a sfiorare. ( continua )
nella foto, Vidkun Quisling