venerdì 29 giugno 2012

Let me please introduce myself \1

Norman Montagu, un uomo indubbiamente ricco, ma spesso fatto oggetto di critiche da parte dei suoi detrattori per gli atteggiamenti vistosi e cafoni, conseguenza del suo desiderio di proporsi in pubblico con un'immagine modellata su canoni pseudo-artistici. Fu governatore della Banca d'Inghilterra dal 1920 al 1944, indiscutibilmente il periodo più duro per l'economia inglese e per l'intera Europa. Proveniente da una famiglia di banchieri, già parente di un altro governatore della Banca d'Inghilterra,  Sir Mark Wilks Collet, Montagu studiò a Eton e a Cambridge prima di divenire dirigente della Banca nel 1907 e poi Governatore generale nel 1920.Amico intimo del presidente della Banca Centrale tedesca Hjalmar Schacht, al cui nipote fece da padrino, i due furono membri dell'Associazione Anglo-Tedesca. L'associazione, fondata nel 1935, quando Hitler era già divenuto cancelliere, aveva come obiettivo  dichiarato il consolidamento dei rapporti di amicizia tra Gran Bretagna e Germania, ma fu percepita dall'opinione pubblica internazionale come un'alleanza filo-nazista.I due banchieri furono anche membri del consiglio di amministrazione della Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS), un'organizzazione creata nel 1930 e avente sede a Basilea, in Svizzera. La BIS è attualmente la più antica istituzione finanziaria internazionale: la sua nascita era prevista da uno dei punti del piano Young, elaborato dalle principali potenze economiche mondiali per tentare di risolvere l'annosa questione delle riparazioni di guerra che la Germania, uscita sconfitta dalla Prima Guerra Mondiale, doveva ancora versare ai paesi vincitori.Furono proprio Norman Montagu e Hjalmar Schacht i principali sostenitori della necessità di creare un organismo internazionale di questo tipo. Da notare che Schacht, in seguito, divenne ministro delle Finanze sotto il regime nazista.Lo storico David Blazer, rovistando negli archivi interni della Banca d'Inghilterra, ha accertato che Norman Montagu, nel marzo 1939, autorizzò il trasferimento delle riserve auree di proprietà del governo cecoslovacco verso un conto corrente intestato alla Banca Centrale tedesca, il tutto all'interno della BIS. Nel giro di dieci giorni l'oro, convertito in denaro, venne spostato su altri conti correnti. Nell'autunno del 1939, due mesi dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Montagu provò a ripetere il giochetto, autorizzando di nuovo il trasferimento di quantità di oro di proprietà della Cecoslovacchia ai nazisti. Questa volta, però, il governo britannico intervenne per bloccare l'iniziativa. (continua)

venerdì 22 giugno 2012

Felice di non esserci entrato

Una decina di anni fa ebbi la disgraziata idea di aderire ai DS, che all'epoca era un partito a gestione familiare i cui capi, tutti ex-Pci o comunque figli di vecchi militanti del Partito Comunista, sembravano ossessionati dal calo inesorabile dei consensi in quella che, a torto o a ragione, è considerata la regione simbolo della storia della sinistra: l'Emilia Romagna.
Già all'epoca era evidente come la soluzione al problema del calo storico di consensi sarebbe stata la fusione-incorporamento degli ex democristiani della Margherita, ansiosi di poter mettere le mani sulle tante poltrone che il governo di una delle regioni più ricche e più produttive d'Italia offre a chi ne dirige le sorti pubbliche.
Quando avvenne la fusione tra DS e Margherita io mi rifiutai di entrare nella nuova formazione; in realtà mi ero già pentito di avere aderito ai DS, un partito con tante brave persone tra gli iscritti, ma dove spesso chi accettava di assumersi delle responsabilità lo faceva più per poterne trarre vantaggi concreti che per contribuire in maniera disinteressata all'amministrazione della cosa pubblica. Appena si accorsero che non avevo intenzione di proseguire il mio percorso politico, qualche capetto locale tentò dapprima di lusingarmi facendo balenare i tanti vantaggi che anch'io avrei potuto ricevere se mi fossi impegnato nella costruzione della nuova formazione.  Dopo avere visto che proprio non volevo saperne di mescolarmi con gli ex della Margherita (che anche gli ex-DS disprezzavano, detto per inteso) i suddetti capetti passarono velocemente dalla carota al bastone, maneggiato con metodi molto poco democratici: un giorno gli operai del comune asfaltarono il marciapiede davanti a casa mia qualche centimetro più in alto del dovuto, così che ogni volta che pioveva si formavano delle pozzanghere e l'acqua allagava il giardino (e questa è la cosa meno pesante che ho dovuto subire, immaginate il resto).
Oggi, nel vedere il tetro spettacolo di un partito che appoggia zelantemente un governo di persone che, senza essere state elette, stanno disfacendo l'esistenza di milioni di persone per compiacere i grandi interessi della finanza internazionale alla quale molti di essi, lo dico per analogia con la situazione locale, immagino essere legati anche sul piano professionale, mi domando che senso abbia avuto mettere quell'aggettivo, "democratico", nel nome, quando l'effetto certo della presenza di Mario Monti al governo sarà quella di disfare quel poco di democrazia rimasta in questo paese, sempre più irrimediabilmente oberato dai debiti e ormai privo della propria autosufficienza in campo economico e politico.
Prima o poi questa fase politica finirà e allora qualcuno dovrà scrivere la storia di come un gruppo di politici quarantenni, cresciuti e formatisi alla scuola del più grande partito comunista dell'Occidente, colti di sorpresa, all'apice della loro carriera, dal crollo dei regimi comunisti dell'Europa dell'Est, siano riusciti a riciclarsi presso il grande capitale internazionale e a farsi accogliere a braccia aperte dentro l'Internazionale Socialista, accreditandosi come degli autentici riformisti. Prima o poi qualcuno la dovrà scrivere questa storia, e vi garantisco che ci sarà poco da ridere.

martedì 19 giugno 2012

Il sangue è randagio - James Ellroy

La parola esatta è: estenuante. 859 pagine per descrivere il tramonto della reggenza Hoover alla guida dell' FBI e la fine di COINTELPRO, il programma centralizzato di infiltrazione che per oltre 15 anni operò al fine di screditare e reprimere i movimenti per i diritti civili.
Il terzo volume della trilogia di Ellroy dedicato alla storia americana contemporanea ricostruisce le vicende che vanno dal 1968 al 1972, dall'elezione di Richard Nixon alla presidenza degli Stati Uniti fino alla morte di Hoover, con la conseguente distruzione di tutti i dossier del suo archivio privato, relativi a quasi cinquant'anni di vicende pubbliche.
L'8 marzo 1971 un commando del CITIZEN'S COMMISSION TO INVESTIGATE THE FBI fa irruzione nottetempo nella sede di Media, in Pensilvanya e porta via una quantità considerevole di documenti riservati che svelano l'esistenza di un progetto mirato a "smascherare, disgregare, sviare, screditare, o diversamente neutralizzare" i gruppi politici dissidenti negli Stati Uniti.  Il COINTELPRO, per l'appunto. Tra gli appartenenti al commando figura anche Karen Sifakis, una docente universitaria di origine greca che ha intrecciato una relazione extra-coniugale con un agente dell'FBI, Dwight Holly. La Sifakis mette Holly in contatto con un'attivista rivoluzionaria di colore disposta a svolgere lavoro di infiltrazione e in cambio, riceverà dallo stesso Holly la pianta dell'edificio di Media, assieme a importanti informazioni sul sistema di allarme e sul servizio di sorveglianza.
Il libro ha un antefatto: una rapina commessa a Los Angeles nel 1964 ai danni di un furgone portavalori, conclusa con l'uccisione delle guardie di scorta e dei banditi da parte del loro capo, desideroso di cancellare ogni traccia dell'identità dei complici. La ricerca della verità sulla rapina diviene una vera e propria ossessione per un poliziotto della Polizia di Los Angeles di nome Scotty Bennet e per uno scalcinato investigatore privato di nome Donald Crutchfield, che si guadagna da vivere sorvegliando le scappatelle extra coniugali di qualche marito troppo arrapato, soddisfando così anche le sue tendenze voyeuristiche. Crutchfield verrà coinvolto poco alla volta in un gioco più pesante di lui, ma riuscirà comunque a sopravvivere e a portare avanti la sua ostinata ricerca della verità, dopo essersi recato più volte a Cuba per partecipare a incursioni contro i militari che sorvegliano le coste, o ad Haiti per sfruttare la manodopera locale nella costruzione di grandi alberghi, lasciandosi trascinare nel gorgo della sperimentazione allucinogena di erbe medicali dal potere magico e arrivando a sviluppare lui stesso sorprendenti capacità di chimico.
In mezzo a questa umanità corrotta e degradata spicca, imponente, la figura di Marshall Bowen, un nero omosessuale in forza alla Polizia di Los Angeles, che accetta di infiltrare alcuni gruppi politici neri per screditarli, come parte del programma COINTELPRO. Le pagine del suo diario, come quelle della Sifakis, riportate integralmente per lunghi tratti, costituiscono una delle migliori sequenze del libro, assieme alle ormai celeberrime trascrizioni delle conversazioni tra Hoover e i suoi sottoposti, in particolare l'agente Dwight Holly.
Bowen abitava nello stesso quartiere nero in cui è avvenuta la rapina nel 1964 e anche lui ne è ossessionato perché ha visto in faccia l'unico bandito che è riuscito a scappare, sopravvissuto al tentativo di eliminazione da parte del suo capo. Bowen lo rintraccia ad Haiti, ma ormai per lui è troppo tardi: durante una delle peregrinazioni solitarie nell'isola caraibica verrà ucciso da alcuni banditi in un tentativo di rapina.
Il libro è una girandola infernale e sterminata di sicari e affaristi senza scrupoli, boss della mafia, agenti dei servizi segreti americani che sembrano rimpiangere di non poter vivere sotto una delle tante dittature sudamericane, avventuriere coraggiose e spietate che hanno deciso di mettere la propria vita al servizio della Grande Causa della Rivoluzione Mondiale e, sopra tutti, l'immancabile figura di "Dracula" Howard Hughes, il magnate dell'aeronautica che, terrorizzato all'idea di ammalarsi, vive in completo isolamento tramando piani per favorire l'ascesa politica di Nixon e screditare il suo avversario democratico alle elezioni presidenziali del 1968, Hubert Humphrey.
Ma le vere protagoniste di questo capitolo di storia sono le donne: bianche, nere, sindacaliste, terroriste, oppure borghesi annoiate e frustrate dalla loro esistenza mediocre e pronte a intrecciare relazioni con agenti dell' FBI per spingerli sulla via del pentimento e della redenzione, redenzione che si paga a caro prezzo perché un agente dei servizi segreti non può cambiare il proprio destino se non con la sua stessa vita. Un libro, quindi, che si chiude con una nota di speranza, al contrario dei due precedenti: esiste la possibilità di spezzare le proprie catene, sia individuali che collettive, perché il sangue è randagio e per quanto disperate siano le condizioni di vita, esiste la certezza che non saranno sempre i soliti a subire indefinitamente violenze e soprusi.

mercoledì 13 giugno 2012

Simmetria ingannevole

Narciso emerge dall'ombra, completamente preso dalla visione apparsa nello specchio d'acqua sottostante. Il resto della scena è avvolto dall'oscurità, spicca solo il volto del ragazzo, pieno di meraviglia e di desiderio davanti alla forma che gli appare come in un sogno. La strordinaria invenzione della doppia figura, a mo' di carta da gioco, conferisce un movimento verticale a tutto il dipinto, il cui fulcro è il ginocchio del giovane che, pienamente illuminato, fa emergere la specularità circolare dell'intera rappresentazione.
L'opera di Caravaggio, al quale è stata attribuita dopo numerose dispute, è uno splendido esempio di come l'arte possa rappresentare, in una sola immagine, l'eterno conflitto tra visione ideale e complessità della realtà.
Narciso è un personaggio della mitologia greca che, reso superbo e insensibile dalla sua bellezza, disprezza e respinge ogni persona che lo ama, compreso il dio Eros. Il più tenace tra i suoi spasimanti è un giovane di nome Aminia, al quale Narciso dona una spada perché si uccida e metta fine così ai suoi tormenti amorosi. Aminia, disperato per essere stato respinto tanto duramente, si uccide invocando gli dei perché lo vendichino.
La vendetta giunge quando Narciso vede la sua immagine riflessa in una fonte d'acqua. Dopo essersi perdutamente innamorato di se stesso, viene colto dalla disperazione, consapevole che non potrà mai appagare il suo amore. E' così che, in una sorta di simmetria circolare, si uccide con la stessa spada che ha donato ad Aminia.
In conclusione, se la vita del narcisista è dominata dal principio di piacere, l'effetto conclusivo della sua continua ricerca di bisogni inappagabili ne è il completo rovesciamento: la realizzazione dell'istinto di morte. L'autodistruzione è effetto dell'egocentrismo e della mancanza di consapevolezza che ne consegue, che produce azioni in contrasto con la propria natura e con i veri valori dell'esistenza umana. Il carattere narcisistico è rinchiuso in una dimensione circolare che lo spinge a ricercare disperatamente il consenso altrui attraverso miti esteriori e superficiali quali la ricchezza, il successo e il prestigio. L'incapacità di uscire da questa gabbia può segnare tragicamente il suo destino come, forse, è accaduto a Caravaggio.

venerdì 1 giugno 2012

Cadaveri reali o virtuali?

I metalmeccanici tedeschi hanno appena raggiunto un accordo con la loro controparte che prevede aumenti salariali del 4,3% per tutti i lavoratori del settore, operai, impiegati o apprendisti che siano. L'accordo prevede anche che gli apprendisti, una volta terminato l'apprendistato, abbiano la garanzia di un contratto a tempo indeterminato. Inoltre il consiglio di fabbrica può proibire l'utilizzo, da parte dell'imprenditore, del lavoro interinale, se c'è il sospetto che questo conduca a un abbassamento salariale o a un peggioramento delle condizioni lavorative oppure ancora alla perdita di posti di lavoro nell'azienda stessa. Inoltre, sempre in conseguenza dell'accordo, i lavoratori interinali che verranno impiegati in un'azienda metalmeccanica o elettrica riceveranno un supplemento salariale rispetto ai loro colleghi assunti a tempo indeterminato, per bilanciare lo svantaggio.
In Francia una delle prime misure adottate dal nuovo primo ministro Ayrault è stato mettere in pratica ciò che Hollande aveva promesso in campagna elettorale e cioè ripristinare la possibilità di andare in pensione a 60 anni per coloro che hanno iniziato a lavorare a 18 anni e hanno maturato 40-41 anni di contributi. Un provvedimento che riguarda circa 150.000 persone e che non ha nulla di demagogico perché coloro che hanno iniziato a lavorare subito dopo la maturità ( in Italia spesso si inizia anche prima ) e hanno raggiunto la soglia dei 60 anni dopo avere versato contributi per 40, hanno tutto il diritto di ritirarsi a godere i frutti delle proprie fatiche.
In Italia, al contrario, il Senato ha appena approvato una versione della riforma del mercato del lavoro addirittura peggiore rispetto a quella originaria presentata dal ministro Fornero, che già era pessima. Il testo, approvato con il voto di fiducia, rende ancora più facile per le aziende licenziare, toglie ogni garanzia di assunzione a tempo indeterminato ai lavoratori precari e indebolisce fortemente gli ammortizzatori sociali, compresa la cassa integrazione. E per quanto riguarda i lavoratori interinali c'è pure la beffa, perché questi possono essere si stabilizzati dopo 36 mesi di lavoro, ma in tal caso il contratto a tempo indeterminato sarà con l'agenzia interinale e non con l'azienda nella quale lavorano.
Tutto ciò in un paese nel quale gli imprenditori possono umiliare i propri dipendenti costringendoli a tornare al lavoro immediatamente dopo una devastante scossa di terremoto, con le conseguenze che tutti sappiamo, spalleggiati da assessori-rettori i quali, non si sa perché, continuano a definirsi di sinistra mentre inneggiano al primato della produzione ad ogni costo, compreso quello di lasciare dei cadaveri sotto le macerie di capannoni costruiti a "regola d'arte".