Ricapitoliamo: Mario Monti, ex Rettore della Bocconi, prima di accettare l'incarico da Presidente del Consiglio (e probabilmente in cambio di esso) ha ricevuto la nomina da senatore a vita, nomina che gli garantisce, appunto a vita, un lauto stipendio senza neppure l'obbligo di sbattersi più di tanto per guadagnarselo.
Oltretutto, pare che il prestigioso Ateneo milanese di cui Monti è presidente dal 2005 non versi al Comune di Milano l'Ici per alcuni immobili di sua proprietà e che il contenzioso, che nel 2008 ammontava a 104.000 euro, oggi sia salito a quasi 600.000 euro.
Elsa Fornero, pasdaran della flessibilità lavorativa, oltre a essere docente universitario (un posto più che fisso, letteralmente inchiodato al pavimento), ha garantito alla figlia, anch'essa docente universitario nello stesso Ateneo nella quale insegnano il padre (Mario Deaglio, economista ed editorialista della Stampa) e la madre neoministro dalla lacrimuccia facile, un secondo impiego da ricercatrice presso una fondazione che si occupa di genetica, genomica e proteomica umana. La fondazione, che si chiama HuGeF, è un’istituzione creata e finanziata dalla Compagnia di San Paolo, lo stesso ente del quale il ministro Fornero è stato vicepresidente dal 2008 al 2010.
Michael Martone, vice ministro dall'aria sbarazzina, ammiccante e furbastra, classe 1974, nonostante la giovane età è già ordinario di Diritto del Lavoro all'Università di Teramo, è docente incaricato alla Luiss di Roma, ha creato un proprio studio legale ed è stato consulente dell'ex ministro Brunetta. Un secchione, direte voi (e dice anche lui per spiegare i suoi successi in campo professionale). Secchione forse sì, ma anche molto raccomandato: nel 2003 viene consacrato docente da una commissione presieduta dal professore con il quale Martone si era laureato. Su otto concorrenti in gara, sei si ritirano e Martone si ritrova come unica avversaria una ricercatrice con molta più esperienza e più anzianità di servizio di lui, tanto è vero che la commissione le attribuisce il punteggio più alto e il vice-ministro si ritrova secondo in graduatoria. Il problema è che all'epoca Martone aveva presentato una sola pubblicazione, e neppure di qualità eccelsa. Eppure alla fine la scelta cadrà proprio su di lui, bruciando così la brillante candidata sua concorrente. La storia è stata pubblicata, con tanto di nomi e cognomi, su Il Fatto Quotidiano.
E per non farci mancare nulla, a quest'elenco di furbate aggiungiamo pure il segretario Carlo Malinconico, di nome e di fatto, costretto alle dimissioni perché si era fatto pagare le vacanze, "a sua insaputa", da alcuni esponenti della cricca Balducci.
Che dire? Nello squallore di queste storie non si riconosce alcuna novità rispetto ai precedenti governi, di destra e di sinistra, che ci siamo dovuti sorbire negli ultimi vent'anni. L'unica vera differenza è che questa volta i politici-codardi che non hanno avuto il coraggio di assumersi la responsabilità diretta delle misure inique che il governo Monti sta rifilando al paese fanno la passerella in tutte le trasmissioni televisive per cercare di convincerci che questi ministri hanno risollevato l'immagine e il prestigio dell'Italia in Europa e nel mondo. Ecco, questa mi sembra veramente una clamorosa presa per il culo: chi ci sta fregando per conservare inalterati i propri privilegi anche nel collasso generale del sistema vuole farci credere di stare lavorando per il nostro bene. Cioè non si accontentano più di fregarci, questa volta pretendono pure che siamo felici. E dalla Francia ci è appena giunta la notizia che Mario Monti è stato eletto Uomo Europeo dell'Anno da una rivista annuale chiamata Trombinoscope. Co.co.co.: consapevoli, cornuti e contenti, comme on dit.
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