Fa piacere, a volte, rivedere qualche vecchio film di successo che ha segnato la storia del cinema europeo e mondiale. Il Terzo Uomo, di Carol Reed, ad esempio, ambientato in una Vienna spettrale e divisa in quattro zone d'occupazione dalle potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale. Per muoversi attraverso i settori controllati da URSS, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia ci vogliono i documenti, ma sotto la città esiste un gigantesco sistema fognario che permette al trafficante di penicillina Orson Welles di girare liberamente, un po' dai russi, un po' dagli americani, un po' qui e un po' là.
Un grande film che, nel personaggio interpretato da Orson, fotografa la crisi morale che ha segnato la nostra civiltà nel XX secolo e oltre. Straordinarie le immagini, i chiaroscuri, gli inseguimenti nelle fogne; i militari dei quattro paesi vincitori, coadiuvati dalla polizia locale, sembrano alieni invasori che passeggiano sulle rovine di un mondo dominato dalla miseria e percorso da figure che sembrano appena risorte dall'oltretomba.
Da segnalare una magnifica Alida Valli e un elegante quanto spietato Trevor Howard nei panni del colonnello inglese Galloway che conduce la caccia a Harry Lime - Orson Welles. Grandi anche gli attori locali, reclutati per l'occasione. Imperdibile.
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