Finalmente il mio secondo romanzo è pronto, ho finito di rivederlo e mi sembra che vada bene. In realtà lo avevo già terminato lo scorso febbraio, ma non mi convinceva pienamente. La sortita nei Balcani ha prodotto l'effetto sperato, evidentemente sentire il profumo dell'Oriente mi fa bene: mi sono rimesso al lavoro, ho tagliato qualcosa, aggiunto qualcos'altro, rivisto dei passaggi e ora mi pare che il risultato complessivo sia più che soddisfacente.
Il protagonista è sempre il commissario Forti della Questura di Rimini, che questa volta viene buttato giù dal letto, una domenica mattina di fine febbraio, per indagare sull'omicidio di una prostituta. La vicenda è ambientata nel 2006, alla vigilia delle elezioni politiche, un momento storico importante perché all'improvviso si rovesciano equilibri che sembravano consolidati, facendo apparire tutto ciò che era avvenuto nei 5,10, 20, 30 anni precedenti sotto una luce diversa. Ci sono amicizie che si rompono, carriere che rischiano di andare in frantumi ed esistenze apparentemente felici che si rivelano appoggiate su basi molto fragili, anche se in pubblico vengono spacciate per solidissime.
Nel corso di quest'indagine il commissario Forti fa un uso molto abbondante e disinvolto delle intercettazioni telefoniche, rivelando un aspetto delle nuove tecnologie che a molti, me compreso, era sfuggito: cioè il potenziale quasi infinito di controllo e di intrusione nelle vite dei singoli, che, grazie all'elettronica, oggi raggiunge un livello impensabile fino a qualche anno fa. Tutto questo, e anche molto altro, è "Simmetria Mortale", la mia seconda fatica letteraria, che tra breve sarà disponibile nelle librerie (spero).
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